lunedì 15 gennaio 2018

New Age & Caciara

Sup?
Due recensioni veloci veloci, scritte tra le varie abbuffate del periodo natalizio, che trattano di giochi assai diversi tra loro.
Buon anno a tante belle cose.

Abzû


Se Journey ed Ecco the Dolphin avessero un figlio, beh quel figlio sarebbe senza dubbio Abzû.
Un giovane team, la Giant Squid Studios, composto perlopiù da elementi reclutati direttamente dalla thatgamecompany, ha infatti immerso lo stile artistico, il gameplay e la filosofia di Journey in un ambientazione oceanica, ambientalista e leggermente new age che richiama in più punti le avventure del ahimè non troppo conosciuto delfino pubblicato da Sega.
Una sorta di "Walking Simulator" dunque, un avventura ricercata che non presenta difficoltà di sorta o variazioni nel gameplay (lo stesso Journey era infatti a modo suo assai più "action") dove oltre a nuotare, esplorando il bellissimo paesaggio, si fa poco altro se non seguire l'affascinante e delicato corso degli eventi, interrogandoci man mano su di essi.
Un avventura che si lascia giocare con piacere nel corso del suo (breve, brevissimo) svolgimento, con immagini che sanno incantare e suscitare forti emozioni, accompagnato da un ottima colonna sonora (che mi ha più volte rimandato col pensiero a quella, stupenda, del primo Tomb Raider) il tutto confezionato con classe, tatto ed eleganza.
Un gioco per i soli amanti del genere dunque, forse ancora più di nicchia rispetto agli atri colleghi del settore, Abzu è un opera in grado di appassionare e coinvolgere coloro che sapranno dedicargli il giusto tempo, la giusta mentalità.
Consigliato a tutti coloro coloro che amano i videogiochi in tutti i loro aspetti, ma probabilmente, data la durata, non a prezzo pieno.

Loaded


Titolo della leggendaria Gremlin Interactive, Loaded è un affresco del passaggio tra quarta e quinta generazione videoludica. Top-Down Shooter vecchio stampo, con un forte sapore da gioco DOS anni '90 (benché sia uscito, stranamente, solo per console) Loaded ci vede immersi nei luridi panni di un tremendo avanzo di galera (tra i sei selezionabili, ognuno con le proprie peculiarità) impegnato in una rocambolesca fuga da una futuristica super prigione (situata in un lontano pianeta) assai sporca e rugginosa, irta di grotteschi nemici, dotata di un level design labirintico molto simile a Doom, con tanto di chiavi di accesso, ambientazioni talvolta claustrofobiche, porte bloccate ed occasionale senso di smarrimento.
Gioco onesto e divertente nella sua estrema semplicità, dove si spara tanto e si esplora a cuor leggero, dotato di un fortissimo stile Industrial (riscontrabile sopratutto nella colonna sonora, a volte eccellente a volte poco più che discreta) che i fan con più inverni sulle spalle non potranno che apprezzare.
Un opera dunque che oggidì potrebbe al massimo  essere un "semplice" indie in mezzo a tanti altri, ma che al tempo (anche se per poco) era uscita a testa alta sugli scaffali, prima della rivoluzione delle maxi-produzioni e delle imposizioni sempre più marcate del mercato. Una valida e divertente testimonianza dei primi passi mossi dalla quinta generazione videoludica.
Un esperienza dunque da rigiocare forse più per l'atmosfera ed il suo "valore storico" che per il titolo in sé, benché badate bene riesca ancora ad intrattenere e divertire in maniera eccellente.

See Ya!


Pazto